Negli anni '70 e '80 il carismatico Dom Mintoff, leader laburista e primo ministro, sosteneva il controllo statale dell'industria e una strategia di
non allineamento in politica estera. Nel 1987 sono saliti al potere i nazionalisti (NP) di Edward Fenech Adami che hanno mantenuto la politica di non
allineamento, inserendola nella costituzione, ma hanno evitato di affrontare i temi più ostici della politica interna. Nel '90 il governo ha firmato
un accordo con aziende e sindacati per legare i salari all'andamento dell'inflazione. Vinte le elezioni del '92, grazie a una crescita economica e a
un innalzamento dei livelli di vita, i nazionalisti hanno perso di misura quelle del '96. Il partito laburista, guidato da Alfred Sant, ha allentato
i tradizionali legami con i sindacati e ha congelato la domanda di ingresso nell'Unione Europea. Inaspettatamente l'NP di Adami è tornato al potere
con le elezioni del settembre 1998. L'attuale presidente è Guido de Marco. La Camera dei rappresentati è composto da 65 membri di cui il 54% per il
partito nazionalista NP e il 46% per il partito laburista maltese MLP.
Membro dell'ONU dal 1964, nel 1990 Malta ha chiesto di entrare nell'Unione Europea, e ha iniziato ad aggiornare la sua legislazione in accordo con le
direttive europee. Contrario all'integrazione, il governo laburista al potere dal '96 ha interrotto il processo: così Malta non era fra i sei Paesi
che nel marzo '98 hanno iniziato i negoziati per essere ammessi.
Il ritorno di Fenech Adami, fervente europeista, ha coinciso con un mutamento di rotta. I legami più forti con l'Europa sono bilanciati da rapporti
tradizionalmente stretti con il mondo arabo e il Nordafrica. Le relazioni con la Libia di Gheddafi, molto strette negli anni '70 sotto Dom Mintoff,
rimangono buone: nel 1995 è stato rinnovato un trattato di cooperazione. Malta mantiene intensi rapporti commerciali con la CSI e la Cina.